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Terapia intensiva, l'ultimo murales conclude il percorso di umanizzazione delle cure

Si è concluso con successo oggi il progetto nato nel 2018 “Umanizzazione delle cure di terapia intensiva” nato dalla collaborazione tra il Liceo Artistico “Mannucci” di Jesi e il reparto di Terapia Intensiva dell’Ospedale “Carlo Urbani”. Migliorare gli aspetti organizzativi e umani nei confronti dei pazienti e dei loro familiari durante il ricovero e contemporaneamente favorire uno sviluppo culturale, professionale, sociale ed umano degli studenti, è stato l’obiettivo di questo percorso di realizzazione di murales sulle pareti del reparto con gli allievi del Liceo che si sono adoperati nella decorazione del corridoio prospicente l’ingresso del reparto e delle 6 stanze di degenza. Oggi si è giunti alla conclusione del progetto pluriennale che ha visto protagonisti gli studenti.
A  partire dall’anno scolastico 2017-2018 sono stati progettati i bozzetti e realizzati i  murales: un “albero della vita” a tinte magenta e blu con mani che si intrecciano come radici, pesci rossi in un fondale marino, un mondo fantastico con bambini che giocano sospesi senza leggi di gravità, soffioni mossi dal vento, considerati simbolo di leggerezza e trasformazione, altri murales a tema naturale come fiori stilizzati con lunghi steli mossi dal vento metafora di energia e libertà, un simbolico collegamento con la città con alcuni dei principali monumenti di Jesi e, l’ultimo, un grande oblò che apre allo scenario di un fondale marino con alghe, coralli e pesciolini rossi. Cento ore di lavoro, cinque diverse classi con 40 ragazzi che hanno lavorato in reparto, 7  bossetti selezionati e circa 35 ragazzi che si sono alternati negli anni nella realizzazione pittorica dei murales  coordinati  dalla professoressa Giuliana Pallotto. L’acquisto dei materiali utilizzati è stato possibile grazie alla ditta Diatech Pharmacogenetics.

“Un progetto esemplare – afferma il Direttore della Terapia Intensiva di Jesi dottor Tonino Bernacconi -  con la consapevolezza di tutti che il lavoro di questi bravissimi giovani porterà beneficio ai degenti al risveglio dopo la cura della malattia, ai familiari che soggiornano per ore a fianco del proprio congiunto, e a tutto il personale che opera nel reparto giorno e notte”.


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