È stato inaugurato l'angiografo di nuova generazione in grado di assicurare grande flessibilità per le applicazioni radiologiche e cardiovascolari nel loro complesso. L'obiettivo è andare avanti così e avere i servizi che accompagnano i pazienti, che sono il nostro obiettivo. La vicepresidente della Regione Anna Casini sottolinea che tutto ciò che riguarda le acuzie è importante e di tecnologia ce n'è tanta qui. C'era da recuperare un gap nel Piceno e tanto c'è da fare. Migliorare le prestazioni e averle vicino casa è importante. Il Direttore dell'Area vasta 5 Cesare Milani spiega che un anno fa abbiamo iniziato un percorso sulla patologia vascolare e oggi lo concludiamo con il nuovo angiografo. La radiologia interventistica avrà dal 15 marzo anche un terzo medico radiologo. Possiamo dare ai cittadini una risposta esaustiva concludendo un percorso molto importante anche per intervenire sulle patologie tempo dipendenti. Abbiamo anche sistemato la sala apposita. Serve una professionalità importante e tutto il personale è ben preparato. La struttura di Radiologia Interventistica ha come responsabile Fabio D'Emidio, ma il personale infermieristico e tecnico verrà implementato anche per le emergenze». Il dott. Marinucci annuncia anche che si è chiusa la gara per l'acquisto di un acceleratore lineare, di due gamma camere e di una Tac simulatore. La direttrice di Medicina vascolare Maria Virginia Boni spiega che la disabilità del paziente vascolare è importante, se si pensano ad ulcere e agli amputati. Abbiamo coinvolto varie figure iniziando a luglio con 4 posti letto di degenze dell'Unità di Medicina: oltre ad accogliere queste figure, accogliamo pazienti con interventi complessi. Soddisfazione da parte del sindaco Marco Fioravanti che parla di una collaborazione importante con l'Area vasta 5 perché bisogna comunicare gli aspetti positivi degli investimenti nel settore, che spesso non sono evidenziati a dovere. L'alta specializzazione contribuisce a qualificare la struttura ospedaliera.

Il vescovo di Ascoli, monsignor Giovanni D'Erede concorda sul fatto che le tecnologie devono favorire il tocco umano e la guarigione parte sempre dal cuore.